domenica 18 gennaio 2009

Bubbly face


Ogni sera, prima di andare a dormire e immergersi nell’accogliente mondo dei sogni, ci si guarda allo specchio.
Si ammira o si osserva desolati la propria immagine riflessa. Gli occhi carichi di stanchezza, i denti digrignati per lo stress, la smorfia vicino alle labbra accentuata per le preoccupazioni e, man mano che i giorni scorrono, piccole rughe che cerchiamo costantemente di far sparire, quanto invece esse sono il nostro vissuto, sono il formarsi continuo della nostra vita, sono solchi che imprimono sulla pelle le nostre memorie.

Ci si osserva con occhi spenti e sognanti, si prendono un po’ di batuffoli di cotone e lo struccante, come se fosse un rituale, e si comincia a togliere quella copertura, quel muro che mostriamo agli altri. Si cerca di togliersi tutte le costrizioni sociali, tutte le ipocrisie e tutte le attività di facciata che ogni giorno stendiamo e cerchiamo di uniformare sul nostro viso.
Davanti al proprio specchio non ci si può mentire. Si calca in maniera sempre più forte il cotone premendolo sul proprio volto e si cerca di cancellare tutte le tensioni quotidiane. Si passa una, due, tre, quattro volte, beh… tutte le volte necessarie per sentirsi meglio, per sentirsi più coscientemente noi stessi, per sentirsi vivere appieno. Ci si sciacqua con una sempre nuova e piacevole sensazione di leggerezza e poi si ritorna a osservarsi.

In quel momento, nel momento in cui siamo noi e noi sole, senza maschere e copioni, possiamo concederci un sincero commento. In quel momento ci è concesso un sorriso sereno e rasserenante. Sappiamo prenderci cura di noi stessi e risolvere ogni screzio e, grazie a questa forza, dobbiamo ricordarci che possiamo sempre andare avanti. Sorridere a sé stessi è una cura potentissima, è una coccola privata ed intima necessaria per affrontare ciò che accadrà domani. Come diceva Rossella O’Hara “dopotutto domani è un altro giorno”.
Con questo spirito combattivo, con sogni e speranze risposti sia nel nostro futuro sia in uno scricchiolante cassetto nel nostro cuore, ci appoggiamo sul cuscino e ci abbandoniamo alla notte e al suo misterioso fascino.

martedì 13 gennaio 2009

route 66


Uno dei momenti più belli delle mie giornate inizia quando salgo in auto e mi abbandono alla strada.


Amo guidare, probabilmente perchè posso dedicare qualche attimo a me stessa e lasciarmi trasportare dai miei pensieri. Si ascolta la radio o qualche cd con hits ormai passate, si pensa a Gioele Dix che vorrebbe picchiare qualsiasi automobilista nel raggio di 5km, si sogna guardando il paesaggio, si sorride pensando alle situazioni più strane successe quel giorno, si chiama il proprio amore solo per sentire la sua voce,...


Mi sono accorta di adorare le macchine perchè è una passione che condivido con mio papà... quando ero piccola mi ha insegnato a capire ed ascoltare i motori e poi, una volta cresciuta, mi ha insegnato a guidare e mi ha iniziato al mondo dei rally. Con lui la guida prevedeva Bob Marley di sottofondo e soprattutto la calma ed il disinteresse di pensare agli orari.


Ogni tanto guardo il cartone della Disney Cars e penso al fatto che do il nome alle macchine e spesso parlo con loro: c'è il principe(ovvero un Maggiolone azzurro con i suoi rombanti 44 cavalli), c'è cricchetto, c'è il mio uomo(ovvero l'indistruttibile Musso),... C'è il mio mondo di auto che hanno una storia, che hanno un significato, che mi hanno accompagnato in molti luoghi e che mi hanno permesso di prendere il mio tempo e concedermi un respiro.


L'anno scorso prendevo l'auto con le mie amiche ed andavo al tempio del Canova a Possagno alle 3 del mattino giusto per assaporare una sigaretta ed il ritorno era speciale tra discorsi, canzoni cantate e urlate, risate e un cielo stellato più chiaro delle montagne che circondano la strada. Quest'anno invece sto apprezzando il sole che sorge e porta con sè l'inizio di un nuovo giorno in cui si possono correggere gli errori del giorno precedente... è così bello guidare e convincersi che tutto andrà bene e che il sole, che pian piano rischiara il cielo e nasconde la pallida luna, porta con sè la forza di una nuova possibilità di fare meglio.


Salgo in macchina, allaccio le cinture, dico la mia preghiera, metto il cd, lascio che la musica influenzi il mio mood e parto...


Così penso... "Sometimes non knowing where you are going to land is the best part of the adventure"

venerdì 2 gennaio 2009

Mes livres


I libri possiedono un qualcosa di incredibilmente particolare e speciale.

Costituiscono un mondo irreale e unicamente bello in cui perdersi. Si fa spazio, nella nostra mente sempre affollata da preoccupazioni tangibili presenti nella vita reale, la fantasia, esatto, si libera la nostra immaginazione in un universo da scoprire. Ognuno di noi ha una visione propria dei personaggi e dei paesaggi: alcuni pensavano a Mr Bingley come ad un ragazzo mingherlino e con i capelli rossi, altri come ad un ragazzo un po' muscoloso e castano chiaro nonostante le dettagliate descrizioni di Jane Austen.

Io ho cambiato molte volte il volto di Mrs Dalloway o della Catherine di Emily Bronte come del resto la Londra notturna di Mr Hyde è diventata sempre più misteriosamente scura e pericolosa o come le camere della lussuriosa signora delle camelie si sono riempite di accessori e gioielli eccessivamente costosi o come il pianto di madame Bovary è diventato di anno in anno sempre più straziante o come il giardino dei Finzi-Contini si è reso molto più vasto e ordinatamente curato o come il litigio tra Peter e Wendy assume toni più seri ed adulti,...

L'unico libro che nel mio cuore e nella mia mente ha da sempre la stessa rappresentazione è il Piccolo Principe. Sì, quell'innocente e puro piccolo ometto con i boccoli biondi che gli cadono sulla stanca fronte. Tra pecore bisognose di un recinto, una volpe docilmente addomesticata, la malinconia di 43 tramonti, una rosa ammorevolmente curata ed amata, un pilota che inizia a scoprirsi tristemente adulto e molti pianeti da scoprire questo capolavoro non smette mai di insegnarmi qualcosa... di stupirmi.

Lo apro quando sono a letto, di sera, mi chiudo nel mio mondo di fantasie ed ideali e mi lascio cullare dalle parole dello scrittore... del resto è così bello tentare e tentennare.