lunedì 16 maggio 2011

Le liste


In questo periodo di tensioni, cambiamenti e attimi fuggenti sembra che l'unico modo per tenerci stretti i nostri pensieri e ricordi sia scriverli.
R.Saviano e F.Fazio nel programma Vieni Via con Me hanno raccontato numeri e parole. Raccontano fatti e scandali. Raccontano storie e speranze.
Questa è una partenza. Si annotano le cose più importanti perché quel pezzettino di carta su cui vengono scritte diventi uno strumento a noi utile a ricordare. Alcuni profughi portano via la chiave del ritorno, quella della loro casa, perché sia sempre un memento. Altri tengono semplicemente un diario dove ogni giorno annotano i pensieri e le riflessioni. Alcuni prendono la sabbia durante le vacanze e se la portano a casa come se il profumo delle emozioni estive potesse restare anche nella routine del freddo inverno. Altri scrivono la spesa. Altri ancora scrivono liste.
La lista per me più significativa è la seguente: i dieci motivi per cui vale la pena vivere.

1. Il ricordo di mio papà che mi rende ogni giorno una figlia orgogliosa

2. Durante la prima nevicata dell’anno uscire di casa e farsi bagnare dai fiocchi, per poi correre dentro, farsi un bagno caldo e rimanere a guardarli dalla finestra con il caminetto acceso e una tazza di cioccolata calda

3. La sensazione di assoluta felicità che provo ogni 26 dicembre a mangiare crema fritta e bere vin brulé guardando i cartoni della Disney con la mia famiglia o ogni venerdì sera quando ci mettiamo sul divano dopo cena con una tazza di te e guardiamo Grey’s Anatomy o quando la domenica mamma ci sveglia dicendoci “donne, ci sono le briochine calde che vi aspettano”

4. La foto di quando avevo 4 anni in cui sono in mezzo ad un giardino con papà, in cui lo guardo incredula perché non riuscivo a capire come da un filo d’erba facesse ad uscire un suono e all’epoca credevo fosse una magia

5. Leggere i romanzi della Austen e di Dickens sotto il piumone a letto con il cane che dorme appoggiato sulle mie gambe

6. Le serate con i miei amici più cari, quando ci si sente parte di una famiglia allargata e a casa ci sono le tazze personali per ognuno di loro

7. L’Inno alla Gioia di Beethoven ascoltato in salotto, ad occhi chiusi

8. Trovare l’occasione giusta per aprire la bottiglia di Chianti che è riservata a me è in cantina

9. Immergersi sott’acqua in piscina, quando non c’è alcun rumore e ci si sente lontano dal mondo, per poi lasciarsi asciugare i capelli al sole tutti disordinati

10. Trovare l’amore della mia vita e avere dei figli e dei cani

martedì 12 aprile 2011

Nicoletta Ceccoli, goticamente


Agata, Lucy, Katerine, Sheryl e Angelica si fanno compagnia in un giardino di rose melanconiche e di alberi pensierosi in un'atmosfera gotico-romantica.
Tra giochi dimenticati, ricolmi della gioia e della luce che vengono donate loro grazie alla fantasia di un bambino che li usa, li scopre per non sentirsi solo, per rendere le mura della sua stanza spiragli di illusione in cui avventurarsi.
Un paesaggio onirico, così profondo e misterioso da sentirsi parte di esso.
Si vedono gli anni che passano, giorno dopo giorno, in una folata di vento che entra dalla finestra e trasforma una folta chioma di capelli in uccelli che reclamano liberà, come i pensieri, come le speranze.
Si sentono i fiocchi di neve che cadono su Biancaneve circondata dai suoi amici nani, che si godono il più dolce e spettrale paesaggio invernale.
Un gioco di bottoni, ago e filo in un groviglio di tessuti e ricami da scoprire e ricercare, da inventarsi.
Flora mostra in un'immagine fiori e una nuova primavera con api e un turbinio violentemente cupo che accarezza questo sogno.
Questa per me è l'essenza del genio di Nicoletta Ceccoli.

domenica 19 dicembre 2010

Paris c'est chic


“Sapete che cosa si fa il primo giorno che si è a Parigi? Ci si procura un po’ di pioggia, una pioggia che non sia troppo forte però, e una persona veramente carina con la quale girare in taxi per bois boulogne. La pioggia è importante perché essa dà a Parigi un profumo speciale, sono i castagni bagnati dicono..”

Audrey Hepburn spiega in Sabrina l’essenza della capitale della Francia con queste parole. Anche io, come la madame che scoprì Givenchy, ti mando alla scoperta di una città che cambia costantemente, che può essere vissuta da soli, con gli amici, con la famiglia,…

Paris è una donna disponibile, pronta per essere amata ed elogiata, desiderosa di essere corteggiata e di mostrarsi in tutto il suo scintillio. Si alza dal tavolino dove state gustando champagne, si allontana scivolando passo dopo passo oltre una tenda di velluto color porpora, si volta e con lo sguardo ti invita a seguirla.

È impossibile non amarla visceralmente, per farlo però bisogna apprezzarla dalla cima della tour eiffel ai vialetti bui e insidiosi del quartiere di Montmartre.

Questa guida tascabile per Parigi è per tutte le persone che amano i sani piaceri della vita, per coloro che sono innamorati dell’arte e per chi vuole rilassarsi in un mood che ricorda delle dita che tamburellano i motivi di Yann Tiersen in Amelie.

Punto primo: gusto Godersi i sapori in Francia è un dovere patriottico. Propongo Ladurée e Fauchon. La prima è la mia pasticceria preferita, dove ci sono i più buoni macarons del mondo, la seconda è una deliziosa tentazione cioccolatosa. Il pranzo, se è una bella giornata, va fatto godendosi la natura, il fiume e i passerottini, quindi si parte per Boi du Boulogne.

La Durée: 75 avenue Champs Elysées (metro: F.Roosvelt e poi proseguire verso l’Arc du triomphe)

Fauchon: 24-26 place de la Madeleine (metro: madeleine)

Chalet les Iles: metro: Rue de la Pompe, attraversare Boulevard Lannes e proseguire per Place de Colombie, Avenue de saint Cloud(in un parco), svoltare a destra per Chemin de CentuireLac Inferieur. Lì ci sarà un battello per attraversare il lago)

Punto secondo: vista Le serate magiche a Le Lido sono speciali, soprattutto per gli effetti scenografici. Ballerine, elefanti, piramidi enormi e fontane che si susseguono sul palco, eccezionale.

Essendomi cara l’arte, ma madame, è giusto parlare dei musei. Quelli d’ordinanza, dal Louvre(dove non bisogna mai credere alla scritta sortie) al musee D’Orsay, offrono opere emozionanti: Amore e Psiche di Canova, Donna che legge di Renoir, la Gioconda di Leonardi da Vinci,... però il quartiere Marais offre per me prospettive nuove: sarà il fatto che è rimasta integra l’architettura pre-rivoluzionaria o la presenza del museo di Picasso e quella delle arti. I tre posti per me più interessanti sono il museo Branly, fortemente voluto da Chirac e realizzato dall’architetto J.Nouvel, innovativo e ambizioso, la galleria LH e Le Laboratoire, vicinissimo al Louvre, è pura creatività.

Le lido: 116 bis avenue Champs Elysées (metro: F.Roosvelt) Spettacoli: 21.30 e 23.30

Musee du Louvre: (metro: Musee du Louvre)

Musee D’Orsay: 62 Rue de Lille(metro: Palays Royale)

Quartiere Marais: (metro: Saint Paul)

Museo Branly: 37, quai Branly (metro: Iena)

Galleria LH: 6 rue Saint Claud (metro: Saint Sebastien, Froissart)

Le Laboratoire: 4, rue du Bouloi (metro: Louvre, Rivoli)

Espace du P.Richard: 9 rue Royale (metro: Madeleine) galleria con le nuove promesse dell’arte

Punto terzo: udito Al posto di immergerti nel chiasso dei bohemiens, ti lascerai stupire dal silenzio dei giardini di Cluny. Se inoltre una domenica mattina il tuo spirito cristiano ti conduce a Notre Dame, nell’Ile de la cité, oltre a rimanere stupito dell’assenza del gobbo e a camminare tra i viali alberati più romantici di Paris, potresti ascoltare una messa gregoriana. La voce dei cantori sembra uscire dalle colonne, come se fosse la cattedrale stessa ad innalzare inni al Signore.

Giardini di Cluny: 9 Rue du Sommerard (metro: Maubert-Mutualité)

Notre Dame: 6 place du Parvis(metro citè)

Punto quarto: olfatto Le vie di Paris al mattino presto sono intrise di burro e profumano di croissant, ma penso che, come nostri grandi concorrenti, sia il caso di mandarti a controllare la loro produzione di vino. Cave Augé è la più importante enoteca internazionale, un posto che sembra dover ospitare, quasi per destino, l’arrivo dei veri cultori di Bacco.

Cohier: 270 rue du Faubourg Saint-Honoré (metro: Ternes) premio 2006 per la migliore baguette

Cave Augé: 116 blvd Haussmann (metro: Saint Augustin)

Punto quinto: tatto Mercatini. Sì, rovistare tra cartoline e libri di letteratura francese del secolo scorso permette alle mani di ricordare quel ruvido color avorio consumato di belle epoque. Scegliere i libri immersi in un parco definito “un giardino di odori” per via delle erbe aromatiche è una sensazione pacifica. Se invece vuoi una carezza di miele sulla pelle basta andare da Hermes e farsi coccolare da un nuovo foulard/fazzoletto.

Se invece vuoi una sensazione fresca, o meglio ghiacciata, vai all’Ice Kube, bar notturno fatto di ghiaccio, ad una temperatura costante di -7gradi

Mercatino dell’usato: Parc Brassens (metro: Porte de Vanves)

Hermes: 42 Avenue George V (metro: George V, vicino agli Champs Elisées)

Ice Kube: 1-5 Passage Ruelle (metro: la Chapelle)

venerdì 26 giugno 2009

In bilico tra i sogni e la realtà


Quando ci si sveglia piccoli avvenimenti possono cambiare il nostro umore. Questo accade perché al mattino, quando apriamo gli occhi, siamo ancora nel nostro mondo, nel paradiso in cui ci rifugiamo. Il passaggio da questo alla vita reale, che dobbiamo condividere con altre persone, è molto delicato e per un minimo passo falso ci fa innervosire.
Io divento isterica se mi accorgo che è finito il latte e non posso fare colazione come vorrei, alcuni si irritano se la giornata porta con sé nuvoloni pieni di pioggia, altri ancora si arrabbiamo se parli con loro,… Ci sono anche però situazioni che fanno sorridere come leggere un messaggio del buon giorno da una persona cara, sentire il profumo di caffè che come una droga entra nelle vene e ci sazia di energia, avere una persona che ci porta la colazione a letto,...
Perché ognuno ha un suo modo per svegliarsi e allontanarsi dai sogni per giungere alla realtà? Perché dei piccolissimi gesti ci condizionano l’umore della giornata?
Il distacco dal proprio mondo di sogni e fantasie è un po’ come il passaggio dall’infanzia al mondo degli adulti: ci sono dei guadagni e ci sono delle perdite. Si hanno più libertà, si hanno le chiavi di casa, si può bere e fumare, si può stare fuori fino a tardi, si può decidere come vestirsi,.. si possono prendere decisioni. Si rinuncia però al tempo per giocare, si sacrificano dei momenti per sé stessi per portare a termine degli impegni, si è schiavi delle scadenze, si perde la spontaneità dei rapporti perché si impara cosa si può e cosa non si deve dire, si inscatolano ricordi e sorrisi innocenti che vengono riaperti con malinconia e qualche lacrima,… si corrono dei rischi maggiori. Essere grandi è la fase del libero arbitrio: si sceglie e si pagano sulla propria pelle le conseguenze.
Possiamo sognare di morire, di essere rincorsi da qualcuno che vuole farci male, di essere offesi dalla persone che amiamo,… si provano emozioni forti, ma al mattino tutto svanisce. Del resto dobbiamo anche rinunciare a sogni meravigliosi come essere in un posto splendido, stare con la persona amata, mangiare chili e chili di cioccolata senza ingrassare, volare come Aladdin e Jasmine e abbracciare le nuvole,…
Eventi felici ed eventi tristi, ma questi non saranno reali quando la sveglia suonerà sul nostro comodino o quando il nostro cane ci salterà sul letto o quando la persona che condivide con noi la casa ci chiamerà per dirci di sbrigarci perché siamo in ritardo.
L’infanzia è un sogno, un momento di fantasie e desideri, di paure infondate che vengono guarite dai genitori, di pianti assillanti che però vengono fermati da un sorriso o una frase. Quando si è adulti invece si è indipendenti, si sceglie e si scoprono mille piccole gioie, si guarda con una visuale maggiore,..
Durante l’infanzia siamo protetti dagli adulti e siamo custoditi in un mondo incantato e durante il sogno siamo coccolati da illusioni magiche che si sciolgono al mattino. Durante la maturità non c’è nessuno che ci limita e che ci protegge, siamo noi che sfidiamo tutto e durante la giornata affrontiamo eventi che sono sensibili… possono farci piangere come farci ridere. Le emozioni però sono vere.
Noi abbiamo bisogno di dormire perché, secondo alla qualità del nostro sonno, noi affronteremo una giornata stanchi o riposati… infatti la maturità di una persona necessita di ricordare l’infanzia di questa per comprendere come si è arrivati ad essere come si è. Per questo noi abbiamo bisogno di dormire.. non perché siamo stanchi, come crediamo, ma perché non possiamo dimenticare e trascurare la nostra infanzia.
Il risveglio è infatti la nostra adolescenza quotidiana in cui traballiamo e cadiamo, in cui rinunciamo all’universo che la nostra mente crea sotto le coccole di un caldo piumino e in cui, però, conquistiamo sensazioni che si imprimono nella nostra memoria.

venerdì 15 maggio 2009

La musica si respira


La musica è ovunque intorno a noi. Cantiamo sotto la doccia, saltiamo da un armadio all’altro in camera da letto mentre scegliamo come vestirci, balliamo in discoteca, ascoltiamo le hit del momento in auto andando a lavoro e dedichiamo canzoni alla persona che amiamo,…
La scegliamo in base all’umore, alla giornata e a ciò che stiamo facendo. Io amo scegliere il cd da ascoltare mentre cucino. Cambio stile secondo il piatto da preparare e, le torte o i biscotti che sforno, se ho scelto il ritmo giusto, hanno un sapore diverso, più buono, è come se l’armonia delle note fosse stata trasmessa agli ingredienti.
Ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare un concerto di Giovanni Allevi al teatro di Belluno.
Ammiro questo genietto che ha riportato la musica classica, la vera musica, ai giovani. Con i suoi brani riesce a risvegliare in ognuno emozioni nascoste. Aria e Come Sei Veramente mi portano in fondo al cuore una tale dolcezza, una tale pace da farmi innamorare di questo pianeta, ogni giorno.
Ammiro la sua timidezza, che unita all’umorismo, rendono ogni sua esibizione speciale e unica, ammiro la sua umiltà che lo porta ad ascoltare i suoi fan alla fine di ogni concerto o a duettare con le persone che glielo chiedono com’è successo la scorsa estate a Cortina Incontra, ammiro il suo amore senza riserve per la musica, per ogni nota che vibra nell’aria, per ogni carezza che fa al pianoforte terminato ogni brano.
Sono rimasta senza parole, senza difese, quando il maestro ha reso la musica un elemento, quasi tangibile…ha respirato le note. Sono rimasta lì, disarmata da questo splendido miracolo. Esse sono uscite dal pianoforte e sono ritornate dal loro creatore, quasi sentendo un senso di appartenenza.
Un grazie per questa magia, per questi battiti d'immenso, per questi battiti dell'Orologio Degli Dei..

lunedì 2 marzo 2009

Punto, linea e superficie... di un sogno


Sono stata a Monaco da poco e mi sono trovata in quello che era il mondo di Kandinsky. Tra colori vivaci, forme semplici e studiate, tra pathos e ricercata compostezza.
C’era una mostra dedicata a lui e ad altri pittori quali F. Mark, P. Klae, G. Munter, A. Macke che ti conduce a spiare una coppia che parcheggia nel parco, D. Burljuk, A. Von Janlensky con i suoi spettacolari ritratti e pochi altri.
Mi sentivo come un bambino nel paese dei balocchi con caramelle colorate e giochi spensierati. Ora capivo cos’era la spiritualità nell’arte, ora mi era chiaro ciò che lui vedeva e provava davanti ad una tela.
Quando camminavo tra gli spazi della mostra mi sforzavo, cercavo di trattenermi con tutte le mie forze dallo sbirciare nella sala successiva per vedere ancora quadri. Cercavo sempre di più, ogni quadro era più bello di quello precedente e non riuscivo a fermarmi..
Da piccola, quando i miei genitori mi portavano alle mostre, avevo inventato un giochino, ovvero trovare il mio dipinto preferito e memorizzarlo per poterlo sognare la notte, così quadri gentilmente concessi da altri musei posti lontano dalla mia città sarebbero rimasti dentro di me. Con Kandisky trovare il quadro perfetto è stato difficile: mi sentivo scostante, cambiavo sempre idea perché mi rapivano tutti. Arrivata a “Trinity” ho pensato che nulla di più bello potesse esserci, eppure il mio sguardo sfuggiva poco più avanti… Sì, guardando verso il magico dipinto notavo che assomigliava ad un sogno. Cerano tartarughe fluttuanti in questo mare prima azzurro, poi blu, poi acquamarina. “Sky blue” era il mio quadro. Era il mio dolce alla fine di un succulento pranzo consumato in un ristorante disperso nella natura, come se fossi in uno di quei meravigliosi giardini dei castelli antichi in cui ci si sente sempre a casa. Qualcuno aveva scoperto i miei sogni e li aveva raffigurati in quel dipinto.
Come poteva un uomo degli inizi del Novecento creare delle opere che oggigiorno sono ancora così moderne e attuali? Era un visionario eppure quando osservi le foto che lo ritraggono sembra un uomo come tanti, un’ottima copertura per nascondere il genio che era in lui.

domenica 18 gennaio 2009

Bubbly face


Ogni sera, prima di andare a dormire e immergersi nell’accogliente mondo dei sogni, ci si guarda allo specchio.
Si ammira o si osserva desolati la propria immagine riflessa. Gli occhi carichi di stanchezza, i denti digrignati per lo stress, la smorfia vicino alle labbra accentuata per le preoccupazioni e, man mano che i giorni scorrono, piccole rughe che cerchiamo costantemente di far sparire, quanto invece esse sono il nostro vissuto, sono il formarsi continuo della nostra vita, sono solchi che imprimono sulla pelle le nostre memorie.

Ci si osserva con occhi spenti e sognanti, si prendono un po’ di batuffoli di cotone e lo struccante, come se fosse un rituale, e si comincia a togliere quella copertura, quel muro che mostriamo agli altri. Si cerca di togliersi tutte le costrizioni sociali, tutte le ipocrisie e tutte le attività di facciata che ogni giorno stendiamo e cerchiamo di uniformare sul nostro viso.
Davanti al proprio specchio non ci si può mentire. Si calca in maniera sempre più forte il cotone premendolo sul proprio volto e si cerca di cancellare tutte le tensioni quotidiane. Si passa una, due, tre, quattro volte, beh… tutte le volte necessarie per sentirsi meglio, per sentirsi più coscientemente noi stessi, per sentirsi vivere appieno. Ci si sciacqua con una sempre nuova e piacevole sensazione di leggerezza e poi si ritorna a osservarsi.

In quel momento, nel momento in cui siamo noi e noi sole, senza maschere e copioni, possiamo concederci un sincero commento. In quel momento ci è concesso un sorriso sereno e rasserenante. Sappiamo prenderci cura di noi stessi e risolvere ogni screzio e, grazie a questa forza, dobbiamo ricordarci che possiamo sempre andare avanti. Sorridere a sé stessi è una cura potentissima, è una coccola privata ed intima necessaria per affrontare ciò che accadrà domani. Come diceva Rossella O’Hara “dopotutto domani è un altro giorno”.
Con questo spirito combattivo, con sogni e speranze risposti sia nel nostro futuro sia in uno scricchiolante cassetto nel nostro cuore, ci appoggiamo sul cuscino e ci abbandoniamo alla notte e al suo misterioso fascino.