lunedì 2 marzo 2009

Punto, linea e superficie... di un sogno


Sono stata a Monaco da poco e mi sono trovata in quello che era il mondo di Kandinsky. Tra colori vivaci, forme semplici e studiate, tra pathos e ricercata compostezza.
C’era una mostra dedicata a lui e ad altri pittori quali F. Mark, P. Klae, G. Munter, A. Macke che ti conduce a spiare una coppia che parcheggia nel parco, D. Burljuk, A. Von Janlensky con i suoi spettacolari ritratti e pochi altri.
Mi sentivo come un bambino nel paese dei balocchi con caramelle colorate e giochi spensierati. Ora capivo cos’era la spiritualità nell’arte, ora mi era chiaro ciò che lui vedeva e provava davanti ad una tela.
Quando camminavo tra gli spazi della mostra mi sforzavo, cercavo di trattenermi con tutte le mie forze dallo sbirciare nella sala successiva per vedere ancora quadri. Cercavo sempre di più, ogni quadro era più bello di quello precedente e non riuscivo a fermarmi..
Da piccola, quando i miei genitori mi portavano alle mostre, avevo inventato un giochino, ovvero trovare il mio dipinto preferito e memorizzarlo per poterlo sognare la notte, così quadri gentilmente concessi da altri musei posti lontano dalla mia città sarebbero rimasti dentro di me. Con Kandisky trovare il quadro perfetto è stato difficile: mi sentivo scostante, cambiavo sempre idea perché mi rapivano tutti. Arrivata a “Trinity” ho pensato che nulla di più bello potesse esserci, eppure il mio sguardo sfuggiva poco più avanti… Sì, guardando verso il magico dipinto notavo che assomigliava ad un sogno. Cerano tartarughe fluttuanti in questo mare prima azzurro, poi blu, poi acquamarina. “Sky blue” era il mio quadro. Era il mio dolce alla fine di un succulento pranzo consumato in un ristorante disperso nella natura, come se fossi in uno di quei meravigliosi giardini dei castelli antichi in cui ci si sente sempre a casa. Qualcuno aveva scoperto i miei sogni e li aveva raffigurati in quel dipinto.
Come poteva un uomo degli inizi del Novecento creare delle opere che oggigiorno sono ancora così moderne e attuali? Era un visionario eppure quando osservi le foto che lo ritraggono sembra un uomo come tanti, un’ottima copertura per nascondere il genio che era in lui.

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